lunedì 6 aprile 2020

STEP #07: Il rifiuto della modernità

La strada ferrata di Emilio Praga

Deh guarda che monotona pianura!
Veh in che forma han conciato la natura!
Il mio convento gotico
sparve, e diè passo a un muricciolo bianco
che dritto e ugual due miglia
va dalla selva al fianco.
Un ridotto di terra alzò la fronte
e questo è il nostro fulgido orizzonte.
Dimmi in che selve vergini
anderemo a studiar, Musa, dal vero?
Di pali il mondo copresi
che pare un cimitero;
si abbatton torri e quercie e campanili,
il cielo è tutto un rabesco di fili.

Appartenente al movimento della Scapigliatura, il giovane Emilio Praga ci comunica tramite questo componimento il suo rifiuto verso la modernità, uno sviluppo ormai irreversibile che ha privato l'uomo della natura in cui egli stesso era nato e cresciuto. Il titolo infatti rievoca un passato in cui la strada ferrata non aveva ancora aggredito il legame che vi era fra la bellezza della terra 
e l'anima del poeta.
È interessante notare come il concetto di sviluppo può assumere due facce opposte della stessa medaglia: progresso, aggiunta di valori, evoluzione, ma anche come privazione di qualcosa ormai diventato irrecuperabile.



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